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Quando si pota il pesco

In questa guida pratica ti spieghiamo tutto ciò che ti serve su quando si pota il pesco e su come farlo. Il pesco è un albero da frutto molto apprezzato per i suoi frutti dolci e succosi, ma anche per la sua bellezza ornamentale. Per avere una pianta sana e produttiva, è necessario effettuare regolari operazioni di potatura, che influenzano la forma, la vigoria, la qualità e la quantità dei frutti.

Potare un pesco ha diversi scopi: mantenere l’equilibrio tra la parte vegetativa e quella produttiva della pianta, eliminare alcuni rami inutili o dannosi, favorire l’areazione e l’illuminazione della chioma, ringiovanire le formazioni fruttifere, prevenire le malattie e migliorare l’aspetto estetico dell’albero.

Esistono diversi tipi di potatura del pesco, che si effettuano in momenti diversi dell’anno e con modalità diverse. Scopri quali sono e come eseguirli correttamente.

Quando si pota il pesco in estate?

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Quando si esegue la potatura estiva del pesco e come?

La potatura estiva del pesco si effettua tra giugno e luglio ed è detta anche potatura verde o in verde. Ha lo scopo di eliminare i polloni e i succhioni, ovvero i rami che crescono in verticale dalla base della pianta o dalle branche principali, sottraendo risorse e luce al resto della chioma.

Per eliminare i polloni e i succhioni si usa una forbice da potatura ben affilata e disinfettata, tagliando alla base del ramo. Si possono anche strappare con le mani quando sono ancora teneri.

La potatura estiva serve anche per diradare la chioma, eliminando i rami che si incrociano, che si orientano verso l’interno o che si trovano troppo in basso. In questo modo si favorisce l’areazione e l’illuminazione della chioma, prevenendo le malattie fungine e migliorando la colorazione dei frutti.

Infine, serve anche per il diradamento dei frutti, ovvero l’eliminazione di una parte dei frutti in eccesso, per favorire la pezzatura e la qualità di quelli rimasti. Il diradamento si effettua quando i frutti hanno raggiunto le dimensioni di una nocciola, eliminando quelli più piccoli, malformati o ammassati. Si lasciano almeno due frutti per ogni nodo, distanziati di 10-15 cm tra loro.  Hai dubbi su quando potare il pesco? Continua la letture per altre info

Potatura pesco primo anno

La potatura del pesco nel primo anno di vita ha lo scopo di formare la struttura portante della pianta, scegliendo le branche principali che costituiranno il vaso. Si effettua in inverno, quando la pianta è a riposo vegetativo, tra gennaio e febbraio.

Se la pianta è stata acquistata già innestata e ha un fusto di almeno 80 cm, si procede a tagliare la punta del fusto a questa altezza, per favorire lo sviluppo delle gemme laterali. Si scelgono poi 3-5 gemme ben distribuite intorno al fusto, che daranno origine alle branche principali, e si eliminano le altre.

Se la pianta è stata acquistata a radice nuda e ha un fusto più corto, si procede a tagliare la punta del fusto a 50-60 cm di altezza, per favorire lo sviluppo delle gemme laterali. Si scelgono poi 3-5 gemme ben distribuite intorno al fusto, che daranno origine alle branche principali, e si eliminano le altre.

In entrambi i casi, si consiglia di legare il fusto a un tutor per mantenerlo dritto e sostenere il peso delle branche.

Come potare il pesco: schema

Il pesco si pota seguendo una forma di allevamento a vaso o a “V” aperta, che consiste nel lasciare un fusto principale di circa 80-100 cm di altezza, dal quale partono 3-5 branche principali inclinate verso l’esterno. Da queste branche si sviluppano i rami secondari e terziari, che portano i frutti.

Schema potatura pesco

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Ecco lo schema di potatura del pesco da seguire

Per potare pesco in modo corretto e semplice, si può seguire uno schema generale che si adatta a diverse varietà e situazioni. Lo schema si basa sul riconoscimento dei diversi tipi di rami e sulla loro eliminazione o conservazione.

  • Rami misti: sono i rami più importanti per la produzione del pesco. Si conservano quelli ben distribuiti nella chioma, con una lunghezza di 20-60 cm e con almeno 6-8 gemme a fiore per ogni nodo. Si eliminano quelli troppo lunghi, troppo corti, troppo vecchi o mal posizionati;
  • Dardi: sono i rami che servono per allungare la chioma e per dare origine a nuovi rami misti. Si conservano quelli ben orientati verso l’esterno, con una lunghezza di 60-80 cm e con almeno 4-6 gemme a legno per ogni nodo. Si eliminano quelli troppo lunghi, troppo corti, troppo sottili o mal posizionati;
  • Brindilli: sono i rami tipici delle varietà a polpa nettarina o percoche. Si conservano quelli ben distribuiti nella chioma, con una lunghezza di 10-20 cm e con almeno 2-4 gemme a fiore per ogni nodo. Si eliminano quelli vecchi o mal posizionati;
  • Mazzetti di maggio: sono i rami tipici delle varietà a polpa bianca o gialla. Si conservano quelli ben distribuiti nella chioma, con una lunghezza di 2-5 cm e con almeno 1-2 gemme a fiore per ogni nodo. Si diradano quelli in eccesso o mal posizionati;
  • Polloni e succhioni: sono i rami che crescono in verticale dalla base della pianta o dalle branche principali. Si eliminano sempre alla base, perché sottraggono risorse e luce al resto della chioma.

La potatura degli alberi di pesco si basa sul principio di eliminare i rami vecchi o improduttivi e di favorire lo sviluppo di nuovi rami misti, che sono quelli che daranno la maggior parte dei frutti.

Potatura pesco malato: quando e come farla

La potatura del pesco malato ha lo scopo di eliminare le parti sofferenti della pianta, per prevenire il contagio e favorire la guarigione. Si effettua in inverno, quando la pianta è a riposo vegetativo, tra gennaio e febbraio.

Si usano attrezzi da potatura ben affilati e disinfettati, tagliando i rami malati almeno 10 cm sotto la parte visibilmente danneggiata. Si eliminano anche i rami secchi, spezzati o deformati.

Tra le malattie più comuni del pesco ci sono:

  • bolla del pesco: è una malattia fungina che provoca la formazione di bolle rosse e poi nere sulle foglie, che cadono precocemente. Si previene con trattamenti a base di rame o zolfo prima della fioritura e dopo il raccolto. Si cura con prodotti specifici e con l’eliminazione delle foglie infette;
  • oidio del pesco: è una malattia fungina che provoca la formazione di una polvere biancastra sulle foglie, sui fiori e sui frutti, che si deformano e si seccano. Si previene con trattamenti a base di zolfo o bicarbonato prima della fioritura e dopo il raccolto. Si cura con prodotti specifici e con l’eliminazione delle parti infette;
  • cancro del pesco: è una malattia batterica che provoca la formazione di escrescenze scure e gommose sui rami e sul tronco, che si fessurano e si necrotizzano. Si previene con trattamenti a base di rame o zolfo prima della fioritura e dopo il raccolto. Si cura con prodotti specifici e con l’asportazione dei tessuti malati fino al legno sano.

Si può potare il pesco in fiore?

potatura pesco in fiore
Potare il pesco in fiore: sì o no?

La potatura del pesco in fiore non è consigliata, perché si rischia di compromettere la produzione dei frutti e di indebolire la pianta. Inoltre, i tagli freschi possono essere una porta d’ingresso per le malattie.

L’unico caso in cui si può potare il pesco in fiore è quando si vogliono prelevare dei rametti fioriti per creare delle composizioni floreali. In questo caso, si sceglie un ramo misto ben fornito di gemme a fiore e lo si taglia alla base con una forbice da potatura ben affilata e disinfettata.

Si prelevano solo alcuni rametti, senza alterare l’equilibrio della chioma. Si possono anche usare dei rametti che sono stati eliminati durante la potatura invernale o estiva, se sono ancora in buone condizioni. I rametti fioriti si possono poi mettere in un vaso con dell’acqua e godere della loro bellezza e profumo.

Continua a leggere la nostra guida online se vuoi sapere come potare l’albicocco e tante altre piante da frutto o piante ornamentali.