Come si potano gli Alberi da Frutto?
Come si potano gli Alberi da Frutto?
La potatura degli alberi da frutto è fondamentale per donare alla pianta leggerezza, salute e vitalità, che gli permetterà così di crescere sana e forte.
Bisogna conoscere il periodo migliore e la tecnica giusta, così da non sbagliare e avere nel proprio orto o giardino piante sempre fiorite e frutta buona e succosa sempre in tavola.
Come potare un albero da frutta?
Per i frutticoltori amatoriali, la domanda sorge spontanea: “perché è così importante potare una pianta? E qual’è la tecnica migliore? Solitamente, sanno loro come regolarsi!”
Non è propriamente esatto! Non si deve mai dimenticare, infatti, che solitamente l’uomo alleva le piante da frutto, con scopi molto diversi da quelli che la natura si prefigge, inoltre, una pianta ben curata dona maggiori soddisfazioni.
In natura la fruttificazione è semplicemente finalizzata al perpetuarsi della specie, senza obiettivi di resa. A noi invece interessa che le piante producano una buona quantità di frutti con costanza e qualità.
Detto questo, cerchiamo adesso di capire il periodo migliore e la tecnica più adatta per una potatura ottimale.
Importante: la potatura è come un’arte, per questo è fondamentale conoscerne bene la natura e la fisiologia, in modo da entrare in empatia e operare così nel modo giusto.
Fondamentale, quando ci riferiamo alla potatura, dobbiamo distinguere tra le seguenti tipologie:
- Potatura d'allevamento.
Si effettua, solitamente, nei primi anni dell’impianto e serve a dare alla pianta la forma voluta.
Ovviamente, per ogni specie ci sono determinate forme di allevamento, ritenute adatte a fini produttivi e che spesso agevolano le operazioni di raccolta da terra rendendo superflue le scale. Con gli interventi di potatura di allevamento si favorisce la formazione di uno scheletro armonioso e si incoraggia l’entrata in produzione della pianta.
- Potatura di produzione.
Tecnica che si esegue con regolarità sulla pianta negli anni successivi, all’effettiva entrata in produzione.
Lo scopo principale di questo tipo di potatura è di equilibrare lo sviluppo vegetativo e quello riproduttivo, ed evitare inconvenienti come l’alternanza di produzione (annate di carica di frutti alternate ad annate di scarica).
- Potatura di riforma.
Si effettua all’occorrenza, ad esempio, nei casi in cui si deve modificare la forma ad una pianta, o dargliela nuovamente dopo anni di crescita “selvaggia” nei quali non ci sono stati interventi di potatura.
La potatura delle piante da frutto
Ecco per cominciare 10 piccoli e pratici consigli per una potatura ottimale:
- Come regola base, la chioma ha bisogno di aria e di sole, quindi, tutti i rami che crescono verso l’interno vanno asportati e, nel caso in cui, vi siano ramificazioni che s’incrociano o si sfregano bisogna asportarne una.
- Il taglio va sempre effettuato subito al di sopra delle gemme rivolta verso l’esterno. Anche tutti i germogli verticali, i cosiddetti polloni, vanno sempre eliminati.
- Per non asportare le parti sbagliate, bisogna conoscere bene tutte le diverse gemme; quelle appuntite, ad esempio, racchiudono i rami a legno e le future foglie, mentre da quelle arrotondate si sviluppano frutti e fiori.
- Come regola generale, si può dire che una potatura drastica favorisce soprattutto la crescita del legno, mentre una più leggera riesce a far sviluppare i frutti, soprattutto se unita a una tecnica di legatura dei rami.
- Ovviamente, in base al tipo di esigenza, si sceglie quale tipo di potatura effettuare.
- Bisogna anche, calibrare l’entità dell’intervento di potatura a seconda del tipo di albero da frutto che abbiamo nel giardino. Alcune piante infatti, come il melo e il pero, fruttificano sui rami vecchi e quindi l’intervento di potatura dovrà essere accurato e misurato. Se invece abbiamo nel giardino piante che fruttificano sui rami dell’anno, come pesco o susino, dovremo intervenire in maniera più drastica con la potatura.
- Il periodo migliore per la potatura dei giovani alberi da frutto e per le successive potature degli alberi adulti è l’inizio della primavera, tra febbraio e marzo. Una seconda potatura può essere eseguita in estate e viene chiamata “di diradamento” perché sfoltisce molto l’albero e aiuta la crescita dei nuovi rami.
- Ricordarsi di evitare il taglio nei giorni in cui si verificano le gelate, perché si potrebbero verificare dannose spaccature nei rami potati. Gli interventi sui rami secchi e su quelli colpiti da patologie possono essere fatti in qualsiasi periodo dell’anno.
- Ricordarsi di curare adeguatamente le ferite inferte all’albero per la potatura: dove la sega ha lasciato estese ferite, la superficie del taglio va pareggiata, ben ripulita e spalmata accuratamente con cera da alberi o poltiglia di argilla.
- I resti della potatura vanno bruciati per evitare che eventuali organismi nocivi annidati nella corteccia, non si diffondano.
Periodi di potatura alberi da frutto
Sono due i momenti migliori per la potatura degli alberi da frutto:
- La potatura invernale: solitamente si pratica dall’autunno fino a prima della fioritura. Mentre, se si posticipa a poco prima della fioritura, si ottiene il vantaggio di riconoscere bene le gemme a fiore, in quanto sono più gonfie di quelle a legno, così da poter decidere il carico di fiori da lasciare.
- La potatura estiva o verde: può avvenire in svariati momenti durante la stagione vegetativa, e ovviamente, a seconda di quando viene eseguita si possono avere risultati diversi. Ad esempio, tagli tardivi a metà agosto daranno origine in futuro ad una crescita contenuta e ordinata della pianta, mentre anticiparli a luglio significa assistere ad una certa emissione vegetativa.
Periodi di potatura alberi da frutto
Prima di potare una pianta da frutto è fondamentale avere una conoscenza di base della sua natura e della sua fisiologia, parliamo in sintesi, di quelle più conosciute e importanti:
- Pero: a seconda delle varietà tende a produrre su corti peduncoli chiamati lamburde, e sui brindilli, rametti di 15-30 cm al massimo con una gemma a fiore terminale.
- Melo: fruttifica su brindilli di 1 anno, su lamburde di 2 anni e su rami misti composti da gemme a legno e una gemma terminale a fiore (e che pertanto non devono essere accorciati, altrimenti non producono).
- Drupacee: che racchiudono pesco, susino, albicocco, ciliegio e mandorlo, fruttificano prevalentemente su brindilli, su rami misti (che a differenza di quelli delle pomacee hanno molti fiori e terminano con una gemma a legno e quindi possono subire tagli di raccorciamento), e su tozzi rametti chiamati mazzetti di maggio, produttivi per molti anni.
- Fico: fruttifica su germogli e rami di 1 anno, l’olivo sui germogli, gli agrumi su rami di 2 anni e su germogli, l’actinidia su rami di 1 anno, il kaki su brindilli e rami di 1 anno, la vite su rami di 1 anno, noce e nocciolo sui germogli.